31.7.08

Lettera tra due mondi

Cari amici, non ho alcuna velleità letteraria, ma permettetemi di proporvi un piccolo racconto, un'idea. E siate indulgenti.




Lettera tra due mondi

Mia cara,
permettimi di scriverti ancora, in questo momento in cui il mio cuore non sa più trattenere il peso della mancanza di te.
La mancanza... Ho vissuto tutto questo tempo con questo vuoto attivo che morde.
Da quando mi hai lasciato, da quando mi hai detto che mi amavi come non avevi amato nessun altro, ma che non potevi stare con me, fedele a quella tua folle coerenza che mi annientava, la mancanza è stata il motore della mia vita. I compagni non sapevano, non vedevano – i compagni solo sentivano questa forza tremenda, illogica, incomprensibile – ma io ero consapevole che quella era la mia fonte segreta di energia. Una fonte praticamente inesauribile: il dolore la esacerbava, le difficoltà mi portavano alla disperazione, e ogni volta la disperazione mi dava più cieca risolutezza.
Non so neppure io come resisto a questa tensione.
Di giorno sto ormai rintanato sempre in una cantina fredda e umida. E' necessario che resti qui, in questo momento, anche se è molto più pericoloso della foresta dove vivevo lassù in montagna. Hanno visto degli agenti gironzolare qui intorno. Andrò via presto, devo solo finire alcune cose.
Però non potrò mandarti i fiori, quest'anno. Sorvegliano la tua tomba e tutto il cimitero.
Non credere che non mi ricordi di quel giorno in cui te ne sei andata - come potrei dimenticare?
La tua presenza è sempre stata l'assenza. Mi hai distrutto, ma non mi hai mi abbandonato. Di questo non so se ringraziarti o maledirti.
Ti amo sempre. Tuo

29.7.08

Per chi suonerà la campana?



Questo bel governo che ci siamo scelti ha preso di mira i dipendenti pubblici, facendone il capro espiatorio. E' stato perfino introdotto il principio della decurtazione dello stipendio a chi è malato; ora, perfino un infortunato sul lavoro (anche, ad esempio, un poliziotto ferito da un malvivente) viene penalizzato.
Hanno infierito sui precari. Lasciamo perdere poi gli stranieri, quelli che pagano i contributi che i nostri anziani ricevono sotto forma di pensione.

Sono riusciti a spezzare, se mai c'è stata, la solidarietà tra lavoratori.
I dipendenti del settore privato hanno applaudito... ma continueranno ad applaudire quando toccherà a loro? quando non avranno più alcun potere contrattuale? quando i servizi pubblici privatizzati (sanità, scuole, trasporti, ecc.) costeranno di più e non funzioneranno?

Italiani, sveglia!

La realtà supera la fantasia!

Bossi in partenza per la Romania per le riprese del kolossal sulla battaglia di Legnano
Saranno dei rom a interpretare i milanesi che combatterono lo straniero
La faraonica fiction diretta da Renzo Martinelli, protagonista Raz Degan
Trenta milioni di euro per la produzione Rai, per le comparse 400 euro alla settimana.


Non vi sto prendendo in giro! Trovate la notizia completa su Repubblica.it

26.7.08

Mate


Chi mi conosce sa che sono un accanito consumatore di mate argentino.

Non lo bevo a 85° come la maggior parte degli argentini, ma un poco più freddo. E' sempre bellissimo per me il primo sorso di liquido caldo e amaro che mi scende dentro, soprattutto quando ho il tempo e la serenità per gustarmi la sensazione.

Il mate ha una forte vocazione sociale. Un mio grande rimpianto è proprio il fatto che non ho ancora trovato dei buoni compagni di mate nella mia città.

Si dice che una “razione” di mate contenga una quantità enorme di caffeina: si tratta di una leggenda metropolitana: in una buona dose personale, 40 grammi, si trovano 38 mg di caffeina, contro 80-100 di una tazzina di caffè 100% arabica e 200-250 di una tazzina di caffè robusta.


La mia marca preferita è ROSAMONTE.
La preferisco a Taragüi, Cruz de Malta, Nobleza Gaucha e Canarias. Però non ho avuto occasione di provare altre marche.



Ho trovato anche piacevole (simile a Rosamonte, ma più "suave") questo poco conosciuto ROMANCE.







"Non c'è nulla di abbastanza amaro per voi Argentini" (cito a memoria da Tangos - L'esilio di Gardel di Solanas)

Addenda: dimenticavo, per i veronesi, una rivendita riccamente fornita di mate, mate cocido ed anche dulce de leche ed un sacco di altre bontà: De Rossi, Corso Porta Borsari, 3 a Verona, 045 8001138 oppure 045 8002489.

25.7.08

Confucio e lo zoppo

Dal Zhuang-zi:

Nel paese di Lu un uomo chiamato Shu-shan, che aveva perso le dita di un piede, andò a trovare Zhong-ni.
"A che serve venire adesso," gli disse Zhong-ni "visto che è stata la vostra imprudenza a causare la vostra disgrazia?"
"Non avevo esperienza e non mi sono curato bene," rispose lo storpio "così ho perso l'uso di un piede. Vorrei, venendo qui, preservare qualcosa di più prezioso del mio piede. Finora avevo pensato che voi foste simile al cielo che protegge tutto e alla terra che tutto sostiene. Mai mi sarei aspettato di ricevere una risposta simile".
"Perdonate la mia ignoranza", disse Kong-zi [= Zhong-ni]. "Entrate e insegnatemi, vi prego, quello che sapete".
Lo zoppo se ne andò senza una parola.
Quando se ne fu andato via, Kong-zi disse ai suoi discepoli:
"Lavorate, figli miei, perché se quest'uomo privo di un piede vuole imparare per redimere i suoi errori passati, quanto più voi, uomini integri, dovreste sforzarvi?"
Lo storpio informò Lao Dan della sua visita e gli disse:
"Il maestro Kong non è ancora un uomo perfetto?Perché è così ansioso di ricevere le vostre lezioni? Sembra che cerchi la fama con la stranezza dei suoi discorsi e dei suoi paradossi. Non capisce che agli occhi dell'uomo perfetto tutto ciò non è che lacci e catene."
"Perché", chiede Lao Dan, "non gli avete fatto capire che la vita e la morte, il possibile e l'impossibile sono tutt'uno? Forse lo avreste liberato dai suoi lacci e dalle sue catene.".
"Se queste sono la punizione del cielo," disse lo zoppo, "come potremmo noi evitargliele?"


Tratto da "Zhuang-zi", a cura di Liou Kia-hway, traduzione di Carlo Laurenti e Christine Leverd, Adelphi, Milano, 1982

E' al colmo la feccia


Una lettera di Alex Zanotelli

Carissimi, è con la rabbia in corpo che vi scrivo questa lettera dai bassi di Napoli, dal Rione Sanità nel cuore di quest’estate infuocata. (...)
Quando, dopo Korogocho, ho scelto di vivere a Napoli, non avrei mai pensato che mi sarei trovato a vivere le stesse lotte. Sono passato dalla discarica di Nairobi, a fianco della baraccopoli di Korogocho alle lotte di Napoli contro le discariche e gli inceneritori. (...) E’ stata una grande lezione che mi aiuta oggi a leggere la situazione dei rifiuti a Napoli e in Campania, regione ridotta da vent’anni a sversatoio nazionale dei rifiuti tossici. (...)

Migliaia di Tir sono arrivati da ogni parte di Italia carichi di rifiuti tossici e sono stati sepolti dalla camorra nel Triangolo della morte (Acerra – Nola - Marigliano), nelle Terre dei fuochi (Nord di Napoli) e nelle campagne del Casertano. Questi rifiuti tossici “bombardano” oggi, in particolare i neonati, con diossine, nanoparticelle che producono tumori, malformazioni, leucemie……
Il documentario Biutiful Cauntri esprime bene quanto vi racconto.

A cui bisogna aggiungere il disastro della politica ormai subordinata ai potentati economici-finanziari. Infatti questa regione è stata gestita dal 1994 da 10 commissari straordinari per i rifiuti, scelti dai vari governi nazionali che si sono succeduti. (...) In 15 anni i commissari straordinari hanno speso oltre due miliardi di euro, per produrre oltre sette milioni di tonnellate di “ecoballe”, che di eco non hanno proprio nulla: sono rifiuti tal quale, avvolti in plastica che non si possono né incenerire (la Campania è già un disastro ecologico!) né seppellire perché inquinerebbero le falde acquifere. (...)

Il nostro non è un disastro ecologico - lo dico con rabbia - ma un crimine ecologico, frutto di decisioni politiche che coprono enormi interessi finanziari. Ne è prova il fatto che Prodi, a governo scaduto, abbia firmato due ordinanze: una che permetteva di bruciare le ecoballe di Giugliano nell’inceneritore di Acerra, l’altra che permetteva di dare il Cip 6 (la bolletta che paghiamo all’Enel per le energie rinnovabili) ai 3 inceneritori della Campania che “trasformano la merda in oro - come dice Guido Viale - “Quanto più merda, tanto più oro!”

Ulteriore rabbia quando il governo Berlusconi ha firmato il nuovo decreto n. 90 sui rifiuti in Campania. Berlusconi ci impone, con la forza militare, di costruire 10 discariche e 4 inceneritori.(...) E' chiaro allora che non si vuole fare la raccolta differenziata, perché se venisse fatta seriamente (al 70%), non ci sarebbe bisogno di quegli inceneritori.(...)
Le conseguenze di questo decreto per la Campania sono devastanti. “Se tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge (articolo 3 della Costituzione), i Campani saranno meno uguali, avranno meno dignità sociale” - così afferma un recente Appello ai Parlamentari Campani. “Ciò che è definito “tossico” altrove, anche sulla base normativa comunitaria, in Campania non lo è; ciò che altrove è considerato “pericoloso” qui non lo sarà. Le regole di tutela ambientale e salvaguardia e controllo sanitario, qui non saranno in vigore. La polizia giudiziaria e la magistratura in tema di repressione di violazioni della normativa sui rifiuti hanno meno poteri che nel resto d’Italia e i nuovi tribunali speciali per la loro smisurata competenza e novità, non saranno in grado di tutelare, come altrove accade, i diritti dei Campani”. (...)

E’ la stravittoria dei potentati economici-finanziari, il cui unico scopo è fare soldi in barba a tutti noi che diventiamo le nuove cavie. Sono infatti convinto che la Campania è diventata oggi un ottimo esempio di quello che la Naomi Klein nel suo libro Shock Economy, chiama appunto l’economia di shock! Lì dove c’è emergenza grave viene permesso ai potentati economico-finanziari di fare cose che non potrebbero fare in circostanze normali. Se funziona in Campania, lo si ripeterà altrove. (New Orleans dopo Katrina insegna!). (...)

Trovo conforto nelle parole del grande resistente contro Hitler, il pastore luterano danese, Kaj Munk ucciso dai nazisti nel 1944 : “Qual è dunque il compito del predicatore oggi? Dovrei rispondere: fede, speranza e carità. Sembra una bella risposta. Ma vorrei dire piuttosto: coraggio. Ma no, neppure questo è abbastanza provocatorio per costituire l’intera verità..... Il nostro compito oggi è la temerarietà... Perché ciò di cui come Chiesa manchiamo non è certamente né di psicologia né di letteratura. Quello che a noi manca è una santa collera.” Davanti alla Menzogna che furoreggia in questa regione campana, non ci resta che una santa collera. Una collera che vorrei vedere nei miei concittadini, ma anche nella mia Chiesa. “I simboli della Chiesa Cristiana sono sempre stati il leone, l’agnello, la colomba e il pesce - diceva sempre Kaj Munk - Ma mai il camaleonte.” (...)

Non abbandonateci. E’ questione di vita o di morte per tutti. E’ con tanta rabbia che ve lo scrivo.

Resistiamo!

Alex Zanotelli



A causa della lunghezza ho barbaramente tagliato il testo. Trovate la lettera integrale qui.

23.7.08

In risposta ad un amico

Una risposta ad un amico che mi scrive:
"il leghista non esiste, esistono i leghisti e tra di loro delle brave persone, te lo garantisco; il vero pericolo non sono loro e i loro proclami idioti che svaniscono come neve al sole, il pericolo sono Fini e Berlusconi ed il loro Fascismo dal volto umano"

Questa posizione condivisa da molti mi scandalizza.
Vuol dire non aver provato a mettersi nelle scarpe di uno straniero.
Per esempio: la legge Bossi-Fini; i CPT.
Qualunque forma assuma l'azione del governo italiano nei riguardi dei cittadini, è sempre ispirata dal razzismo.
Leggi qui sotto, non è azione questa? E' un altro "proclama idiota"?

Roma, 21 luglio 2008
Maroni: cittadinanza ai bambini rom nati in Italia e abbandonati dai genitori
Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, proporrà nei prossimi giorni al Governo di dare la cittadinanza italiana ai bambini rom nati in Italia e abbandonati dai genitori. (...)
(continua su RaiNews24)

Perché dei bambini abbandonati o orfani dovrebbero ricevere la cittadinanza italiana solamente se rom, e non se cinesi, ghanesi, peruviani, ucraini o altro? E potremmo ancora parlare del censimento dei nomadi avviato dal ministro Maroni, nel quale vi è obbligatorietà di scrivere qual è la propria etnia e religione.

Ma anche se ci si fosse limitati ai proclami, i fatti seguono, eccome! Il bombardamento mediatico produce frutti anche troppo rapidamente. Vogliamo dimenticare gli incendi e le violenze nei campi nomadi? Il ragazzo ucciso a Verona?
Proprio in questa Verona "modello del Nord", retta da un sindaco leghista "dal pugno di ferro" uso ad esternare liberamente il suo razzismo contro rom, stranieri, meridionali ed oppositori politici, i frutti sono quotidiani.

9 luglio 2008
Scritte naziste al cimitero ebraico
Nella notte tra lunedì e martedì una decina di grandi scritte murali sono comparse sulle mura esterne del cimitero ebraico di via Badile.
“Comunisti al forno, negri e rom di contorno”, “ebrei luamari si peso de quei della chimica(*)”, svastiche, alcune storte, una ad imbrattare la stella di David sul pavimento all’ingresso, errori grammaticali, una pesante minaccia di morte dedicata ad un politico cittadino non nuovo a queste attenzioni. Una mano incerta, probabilmente non di militanti ma di vaghi simpatizzanti di una destra plurale, stando a scritte apparentemente della stessa matrice che sempre in quartiere inneggiano alla “padania” e se la prendono in particolare contro i rom.
Niente di nuovo sotto il sol veronese, si dirà.
(continua su Verona Informe)
(*) La Chimica è il centro sociale occupato sgomberato dal neo-sindaco appena eletto.

Infine, le "brave persone". E' un concetto vago. Per me, una brava persona è uno che a me, suo vicino, compagno di lavoro, concittadino, mi accetta come suo uguale. Mi dà le sue stesse possibilità, applica a me la sua stessa giustizia, mi dà un mano se cado, magari mi fà un sorriso se gli sorrido, ha rispetto per le mie idee, i miei antenati, la mia vita personale. Il minimo della vita sociale.
E' tanto duro? tanto difficile? tanto pericoloso?

22.7.08

Crisi della "società della scelta"

(...) [Siamo costretti] a prendere coscienza dell'impasse dell'attuale "società della scelta". Ci vantiamo di vivere in una società in cui siamo liberi di prendere decisioni sulle cose che contano. Ma ci troviamo continuamente nella condizione di dover decidere su questioni che influenzeranno profondamente la nostra vita senza avere le conoscenze necessarie per farlo. Questa situazione è molto frustrante: anche se sappiamo che tutto dipende da noi, non possiamo prevedere le conseguenze delle nostre azioni. Non siamo impotenti, anzi, siamo onnipotenti, ma non possiamo valutare la portata del nostro potere. Non siamo in grado di controllare completamente la nostra biosfera, ma purtroppo abbiamo il potere di turbare il suo equilibrio e di farla impazzire, con il rischio di essere spazzati via dalle conseguenze.
Slavoj Zizek, articolo originale in The Guardian, da Internazionale n. 752, 11/7/08

Il sistema di dominio, a livello inter- e sovra-nazionale, postula una confortevole e rassicurante situazione: l'azione del governo (o dei governi) viene decisa secondo schemi ideologici, riducendo al minimo ogni dibattito o riflessione sulle conseguenze. [...e pensare che ci avevano detto che le ideologie erano morte...] Questa azione, nella sua certezza, nella sua immunità da dubbi, da dialettica, è una risposta positiva e perfetta alla richiesta generalizzata di deresponsabilizzazione, di delega in bianco. C'è da chiedersi se il danno maggiore lo subisca l'oggetto dell'azione (sia che si tratti dell'ambiente, piuttosto che la società - o una parte della società differenziata per classe o etnia o altro- o ancora il sistema dell'informazione o dell'arte o della scienza...) oppure la stessa funzione umana della scelta.
La libertà non è più partecipazione?

The body battery

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21.7.08

Perche’ un Iran nucleare non rappresenta necessariamente una minaccia

di Andrea Gilli

Prima Piero Ostellino, sul Corriere di due settimane fa, poi l’Economist, e infine Franco Venturini, di nuovo sul Corriere, solo per citarne alcuni, tutti d’accordo a dire: un Iran dotato di armi nucleari rappresenta una minaccia per il mondo intero.

La logica sarebbe grosso modo la seguente: l’Iran, attraverso il suo presidente Mahmoud Ahmadinejad, ha fatto recentemente delle dichiarazioni abominevoli circa il futuro di Israele. Il suo intento distruttivo e’ palese e, dunque, un Iran nucleare non potrebbe che attaccare Israele compiendo un “Olocausto nucleare”.

Tutto molto semplice. Oseremmo dire: fin troppo. Spieghiamoci meglio: se tutto fosse cosi’ semplice come costoro sembrano suggerire, allora non si capisce perche’ questa versione non sia ancora stata accettata da tutti, e soprattutto dal circolo accademico statunitense. Il motivo e’, anch’esso, molto semplice: questa versione e’ troppo semplice. Va bene per scrivere degli editoriali un po’ indignati e un po’ arrabbiati su quotidiani e riviste. Va bene per ottenere del facile consenso interno, va bene, insomma, per dare spiegazioni facili a questioni complesse. Ma di sicuro non supera l’asticella della mediocrita’ per essere presa seriamente da chi conduce la politica estera. Vediamo in breve quali sono i problemi di una simile interpretazione.

(Continua su Epistemes.org)


18.7.08

La mia Barcellona




Una settimana di lavoro a Barcellona.
Ho trovato la città letteralmente invasa dai turisti. Ma cos'è quella che si offre ai loro occhi? E' una immagine di città lucida, plastificata, perfetta ad incarnare il cliché dell'ibericità da cartolina: sangria, divertimento, tirar tardi. Fiesta sicura, con preservativo. Muri puliti, vetrine anonime, negozi uguali a quelli di Londra Milano Zurigo, pieni di oggetti scialbi, senza personalità, originalità, colore, oppure paccottiglia pseudo-orientale. Si mangia panini in locali sterilizzati, oppure sciape insalate in ossequio al naturismo di moda. Anche l'aria non ha altro odore che lo scarico delle auto.








Ma la mia Barcellona non è morta, solo si fa cercare fuori da quelle quattro vie percorse dalla massa degli stranieri in vacanza. La ritrovo nei gruppetti cospiratori seduti sui gradini di Sant Felipe Neri, nel sorriso suadente e nella carezza lieve di una giovane prostituta, nelle onde tiepide di un bagno notturno, acqua matriciale, e nel fiato marcio del porto, che mi rincuora e mi sicura nel simbolo sensibile della fine comune, dolcemente naturale, delle cose e degli uomini, dei sentimenti, delle invenzioni. Barcellona è le sedie di alluminio fuori dai bar della Rambla del Raval, la variopinta odorosa umanità del quartiere di Sant Pau, le sue donne che attendono, i ragazzi e le ragazze sulla porta di uno squat, teneri e duri, che si passano la canna mattinale, i piccioni che cercano refrigerio in una pozzanghera fangosa del'Hospital de la Santa Creu, i 3 ragazzi pasoliniani, ingenui e sfacciati, che discutono di amore e ragazze tra le birre, Barcellona è anche le alici fritte di Josepa, l'omosessuale che incrociandomi sulle ramblas mi fa la corte con occhio languido, è perdersi negli infiniti dettagli di un'opera di Gaudì o del Palau de la Musica... Barcellona esiste ancora.

7.7.08

Giornali

Niente aggiornamenti seri in questi giorni, sono in giro un po' per diporto, un po' per lavoro.

Sono passato a Pistoia e La Spezia. Eccovi alcuni ghiotti "tamburini" dei giornali locali:

RAPINA IN BANCA
ma la cassa non si apre

PRESO IL LADRO
deviava le telecamere con la canna da pesca

Bustarelle in camposanto: arrestati i necrofori

Buona estate a tutte e tutti!