1.10.08

Libertà

Mi è stato fatto notare che il titolo di questo blog Libertà l'ho vista svegliarsi è ottimista e sembra incoerente rispetto al catalogo di sfaceli che vi si raccontano.

Avete presente quella canzone di De André (o De Andrè? Qualche genovese mi legge e mi vuole aiutare?) che fa Se ti tagliassero a pezzetti...

Signora Libertà, ti ho incontrato e mi sono perdutamente innamorato di te, non c'è stato nulla da fare. Ora non posso più vivere in modo diverso. Non c'è molto da dire o da pensare.
Lo so, è un amore impossibile, sono così rari i momenti in cui ti posso stringere tra le braccia, sei un sogno, una chimera... e poi quante volte ho creduto di abbracciarti e sei svanita perché, senza rendermene conto, avevo cercato di trattenerti, di possederti. Eppure, ti devo tutto. Ti devo la mia forza, la mia carica vitale, la capacità di vedere la bellezza nelle cose e negli esseri viventi, la fede in ciò che non vedo, l'amore per l'arte, la musica, il pensiero. Ti devo la fiducia in me, il coraggio di aver voluto un figlio, la scuola quotidiana dell'amore. Non sapevo amare finché non ho cominciato ad amarti. Ma è ancora difficile. Difficile accettare che puoi camminare fianco a fianco al tuo assassino. Sto imparando, poco a poco.

A volte basta così poco, un gesto consapevole, per creare spazi di libertà.
Libertà l'ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.