7.10.08

Sull'orlo del burrone, diamogli una spinta!

Scrivevo qualche giorno fa che "vacillano i dogmi del capitalismo".
Il Giornale titola oggi "E' l'11 settembre delle Borse europee"
Piazza Affari perde l’8,24%. Giù anche Parigi (-9,04%) e Londra (-7,85%). Bruciati 444 miliardi. In calo anche Wall Street. A picco Mosca (-19,1%). È il lunedì nero delle Borse occidentali. Segno che la grande depressione Usa è ormai sbarcata a casa nostra. I governi Ue si mostrano incerti e sembrano incapaci di trovare una soluzione comune.
Tuttavia, i quotidiani e ancor di più la televisione ci stanno cercando di convincere che tutto va bene, che nonostante le apparenze il sistema è sano. Mi sfugge il motivo per cui si sta cercando ostinatamente di rimandare l'evidenza che il re è nudo e scorticato.

Tale congiuntura non doveva essere impossibile da prevedere per un analista attento. Oltre ad averne scritto l'acuto Sbancor, senza troppo clamore qualcuno era già corso ai ripari.

Il Vaticano sembra potersi permettere, in questi tempi inquieti, di guardare con una certa serenità alla crisi dei mutui e alle tempeste finanziarie: sta infatti seduto - rivela il settimanale britannico Tablet - su una “roccia d’oro” perché già nel 2007, e su consiglio di abili consulenti finanziari, aveva trasformato i suoi investimenti azionari in lingotti, oltre che obbligazioni e contanti.
(da corriere.com)

Ma il mio scopo non è di mostrare quanto ho avuto ragione. Queste sono soddisfazioni piuttosto effimere.

Invece è da quando ho scritto quel post sul mondo alla deriva ed io spettatore che mi chiedo se ai miei 3 lettori non sia sembrato folle o cinico il mio atteggiamento. Nonostante i miei sforzi di chiarezza, in un profluvio di parole spesso annego la possibilità di comunicare davvero quello che sento o penso. Perciò, voglio approfittare dell'occasione per spiegarmi meglio.

L'economia del capitale regola, pervade e domina le nostre vite. Tutto ha assunto un valore monetizzabile. Abbiamo al governo un partito "della libertà", nel quale il lemma "libertà", nella prassi, è inteso nel senso di "libertà imprenditoriale". In nome del risparmio economico impoveriamo la scuola, creiamo un esercito di disoccupati, spacchiamo l'Italia con un federalismo fiscale non solidale, aumentiamo i disequilibrii nella società. Ma soprattutto la gente trova tutto ciò normale, necessario. Una mentalità condivisa che attraversa tutti gli strati sociali, le appartenenze culturali, etniche, religiose, ideologiche, al punto da togliere finanche la capacità di sognare, di immaginare qualcos'altro.
Ci eravamo abituati a pensare che il nostro mondo (il cosiddetto "primo mondo") fosse in perpetua inarrestabile crescita, che si fosse avviato un processo inerziale. Invece, oggi ci guardiamo sbigottiti gli uni gli altri: qualcosa si è inceppato.

E' dunque una crisi globale della cultura della nostra società. Così come la prima guerra mondiale ha distrutto un mondo, una crisi economica sistemica che metta a nudo la fragilità del sistema bancario e dell'economia di borsa ha buone probabilità di distruggere questo mondo.

Ogni morte genera una rinascita. E' un occasione bellissima. Un'occasione per cambiare la visione del mondo, le relazioni tra le persone. Un'occasione per far germinare la sfiducia nell'indistruttibilità del denaro. Un'occasione per guardare in faccia le paure di perdere "la roba" (il lavoro, il capitale, la casa....) che tanta gente trasforma in paura degli altri, in razzismo, in insicurezza. Per sradicare l'avarizia di beni e di sentimenti.