31.8.09

Allevi, l'allievo

Per domani sera è programmato a Verona un grande concerto di Giovanni Allevi.
Mi prendo un giorno di licenza dalla licenza per rimettere le cose al loro posto, per dare a Cesare quel che è di Cesare, eccetera eccetera eccetera... Su segnalazione di Mauro Graziani, vi ammannisco una gustosa storia disegnata da Joshua Held.


Cliccate sull’immagine per ingrandirla (e se avete un browser che la stringe, poi cliccate sull’immagine).
Quelli che non sanno chi era Liberace, qui la voce su Wikipedia (in inglese).

Liberace da Allevi

20.8.09

Come si fa informazione?

Federica Sgaggio, in un recente post, ha scritto:
"La mia opinione è che a distruggere la libertà d’informazione sono in prima istanza i piccoli giornali, è la stampa locale.
È lì che nasce la falsificazione, è lì che comincia la creazione di una realtà alternativa.
Dapprima per sottrazione (tolgo fatti, tolgo notizie, tolgo piccole parti di informazione, ignoro pezzi di mondo), poi per addizione (invento cose che non sono, giro a vantaggio del potere tutti gli eventi che posso)."
A Verona si sperimenta costantemente questo fatto, nelle pagine del quotidiano locale, L'Arena, che si definisce indipendente, ma è fortemente impegnato nella sapiente gestione dell'immagine del sindaco leghista Flavio Tosi.

Vi do un saggio preso da un articolo di qualche giorno fa a proposito di una polemica tra il sindaco ed il sindacato di polizia SIULP a firma A.V. (si trova qui)

All'attacco del pezzo, ci si potrebbe legittimamente attendere una esposizione del fatto, che contestualizzi il botta-e-risposta tra le due parti.

Invece, L'Arena opta per questo incipit (i grassetti ed i commenti tra parentesi quadre sono miei):



“Invece di arrampicarsi sugli specchi per nascondere le proprie affermazioni non vere – e smentite dai dati ufficiali – sugli arresti (sono sempre 78 e non meno di 10) effettuati dalle pattuglie miste, il Siulp veronese meglio farebbe a scusarsi, per avere sminuito e messo in dubbio il loro  impegno [di chi? degli stessi siulpini? Che senso ha?], con i militari, i carabinieri e i poliziotti che ne fanno parte e sono anch’essi, come i dirigenti del Siulp, al servizio dello Stato e dei cittadini. Del resto lo stesso Questore di Verona – che con buona pace dei sindacalisti siulpini rappresenta la Polizia di Stato nella nostra provincia – ha dichiarato nell’ultima riunione del Comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza di martedì scorso, il suo apprezzamento per l’operato delle pattuglie miste: e, se restasse loro ancora qualche dubbio, potrebbero chiedere ai cittadini se le ritengono utili”.
Questa la replica del sindaco Flavio Tosi all'ultimo comunicato del sindacato di polizia. “Quanto al controllo degli aspiranti assistenti civici – aggiunge il sindaco - non credo ne soffrirà l’attività complessiva della Polizia di Stato. Quanto ai posti in organico da coprire a Verona, come mai i sindacalisti veronesi fingono di non sapere che a livello nazionale sono in atto alcuni concorsi per reclutare centinaia di nuovi agenti?”. “Purtroppo – conclude Tosi – è ormai chiaro a tutti che, pur essendo normodotato, il Siulp è un po’ strabico e ci vede solo da una parte: la sinistra”.

Ci vuole un bella faccia tosta (e malafede!) per affermare che il Questore rappresenta la Polizia di Stato esattamente come il SIULP. Se ne evince che Tosi, per estensione, eliminerebbe i sindacati e delegherebbe la rappresentanza della parte dei lavoratori ai dirigenti nominati dalle aziende. D'altra parte, nonostante le numerose vertenze coi lavoratori  che si sono aperte a Palazzo Barbieri da quando è al potere, solo due volte il sindaco ha incontrato le RSU, e mai in occasione di contrattazioni "delicate" quali le minacciate esternalizzazioni di interi settori del servizio pubblico o il licenziamento dei lavoratori precari del Comune.

Ma era veramente necessario che tale dichiarazione, aggressiva, inesatta e politicamente orientata, fosse riportata testualmente?
In due lunghi capoversi, che nella versione on-line sono ingentiliti da una foto del sindaco in compagnia di un gruppo di paciosi rondaioli, che idea si sarà fatta il lettore della situazione?
Si può dichiarare impunemente che il SIULP sia orientato politicamente a sinistra? Sono malizioso, se vedo in questa insinuazione un tentativo di minare l'autorevolezza e l'imparzialità delle forze di Polizia?

L'articolo prosegue, ma ancora non mi pare che il quadro generale della situazione venga chiarito.


Il comunicato stampa del Siulp, sindacato unitario di polizia di Verona, contro il quale si è scagliato Tosi, replicava, a sua volta, alle critiche mosse dal primo cittadino al Siulp qualche giorno fa. Il Siulp aveva parlato di inutilità dei militari e delle ronde in città, di operazione di facciata e di assenza di vere politiche per sostenere le forze dell'ordine che versano in una situazione finanziaria sempre più allarmante.
Per amor di verità e completezza d'informazione, segnalo il comunicato completo del sindacato.
Invece, all'articolista parrà di aver dedicato alle posizioni del SIULP fin troppo spazio, quindi, per par condicio, torna alle dichiarazioni del primo cittadino:
 Tosi aveva respinto al mittente dicendo che i pattugliamenti misti con militari e forze dell'ordine avevano invece portato in un anno a 78 arresti. E aggiunto che “La verifica dei requisiti richiesti ai volontari delle Ronde, è demandata alla Prefettura e al comune e, non agli uffici della questura e che dunque non ci sarebbe stato nessun aggravio di lavoro per la Polizia come paventato dal sindacato».
Infine, vi è la contro-replica del SIULP:
E su quest'ultimo punto il segretario provinciale del Siulp, Battisti, questa mattina contro replicava: «Il Decreto ronde prevede sì che le domande dei volontari siano indirizzate al Prefetto ma – afferma - poiché nessun dipendente della Prefettura può accedere ai terminali di Polizia, tutti i conseguenti accertamenti devono essere svolti dal personale della Questura, così come le relative indagini e dunque ribadisce - con un ulteriore aggravio per le forze dell'Ordine». Da qui la reazione del sindaco.


Le dichiarazioni di Tosi, pur sistemate in maniera acconcia, sono state riportate integralmente nell'articolo, come si può verificare nel sito del sindacato autonomo COISP, che si è espresso in solidarietà coi colleghi del SIULP. Invece, la contro-risposta del sindacato unitario di Polizia (che si trova integralmente qui) a cui si accenna nel capoverso conclusivo, non si limita a questa ultima debole presa di posizione, che dall'articolo sembra una pallida scusa, ma affronta punto per punto in maniera molto convincente le dichiarazioni tendenziose di Tosi.

Ecco servita la notizia: il fatto è presentato in forma sgangherata, lacunosa, incomprensibile; un pretesto per l'ennesimo comizio di un personaggio piccolo piccolo, ma servito da un ufficio stampa molto accorto che ne amplifica l'immagine a dismisura.
E la strategia funziona: ha ancora un buon gradimento tra i veronesi, nonostante se chiedo a qualcuno (di destra o di sinistra) la fatidica domanda: "ma sai dirmi cosa ha fatto da quando è stato eletto?"  il pulviscolo (dis)informativo impedisca qualsiasi risposta, secchi le fauci, azzeri la memoria.
E' l'apoteosi del nulla.
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16.8.09

Cosa Nostra nello Stato

Non è mia abitudine, né amo riportare articoli da altri siti o blog, ma questo (scritto dall'ex-magistrato Luigi De Magistris) mi pare molto importante, perché affronta questioni centrali, riafferma la necessità della memoria per capire, di affrontare la nostra storia per vivere il presente, ancora e soprattutto perché per i nostri errori, la nostra superficialità, la nostra mancanza di vigilanza etica, pagheranno, e salato, i nostri figli.
In questo momento storico, il regime che ci governa (mi ostino a chiamarlo col nome che merita, e prossimamente mi prenderò il tempo di spiegare in che senso non può essere definito altrimenti) si impegna ad una riscrittura della storia, affermando che oggi si farebbe "l'antimafia delle leggi contro quella delle chiacchiere"di chi ha combattuto la mafia nel passato.
Anche rimuovere De Magistris fa parte di questa strategia?


Cosa Nostra nello Stato



Cento passi alla verità sulla stagione politico-criminale delle stragi di mafia degli anni 1992-1993. La trattativa tra pezzi di Stato e la mafia, la strage di Capaci e di via D’Amelio, la strategia della tensione degli attentati di Roma, Firenze e Milano. Si intravede lo spiraglio di luce,grazie ai magistrati di Palermo e Caltanissetta. Questo spiraglio è rincorso dalla società civile impegnata in prima linea nell’antimafia. Per la verità e la giustizia lottiamo in tanti, uno dei protagonisti di questa resistenza che ha come pilastro la sconfitta delle mafie è Salvatore Borsellino, fratello di Paolo.

La forza di quest’uomo protesa in direzione di questo spiraglio è il termometro della sete di giustizia che la parte migliore del Paese pretende dallo Stato. Non consentiremo che non si persegua l’obiettivo fino in fondo, che ancora una volta rimanga la rabbia di chi procede in direzione ostinata e contraria verso la ricerca della verità che farà bene all’Italia. Potrà consentire un nuovo patto sociale tra le forze sane.

Si tratta di ricostruire un periodo criminale, mafioso, intriso di politica, con il coinvolgimento di pezzi delle Istituzioni. Cosa Nostra negli anni che hanno preceduto la stagione stragista ha fondato la sua politica criminale in una duplice direzione: avvicinare persone all’interno delle istituzioni ed attuare la strategia militare contro i servitori dello Stato incorruttibili.

In questo periodo – che è quello a cavallo della sentenza del maxiprocesso che ha confermato l’impianto accusatorio di Falcone e Borsellino – si innestano anche gli omicidi dei cugini Salvo e di Lima, da un lato, e, dall’altro lato, quello del magistrato Scopelliti che doveva rappresentare l’accusa in Cassazione. La mafia che aveva garanzie dalla politica, con gli omicidi politici colpisce la corrente andreottiana della DC in Sicilia. Manda un segnale chiaro a Giulio Andreotti (ritenuto mafioso sino al 1980 da una sentenza definitiva).

Pensare che gli omicidi Falcone e Borsellino siano vendetta di Cosa Nostra per l’esito del maxiprocesso è offrire una lettura che ridimensiona il ruolo politico della mafia. La strage di Capaci – di tipo libanese – interrompe la probabile ascesa al Quirinale di Giulio Andreotti. Il segnale è chiaro: la stagione dei pacta sunt servanda che ha caratterizzato per decenni il rapporto mafia-politica è saltato. Capaci è stata una strage politica, soprattutto per gli effetti politici che doveva determinare.

Credo che la strage di mafia di via D’Amelio abbia,in parte,una matrice diversa. Vi sia un maggiore coinvolgimento di pezzi deviati delle Istituzioni. Borsellino forse aveva scoperto che accadeva e doveva essere ucciso subito in quanto avrebbe ostacolato la nuova strategia criminale, penso avesse individuato i percorsi iniziali della nuova politica di Cosa Nostra: trattare con lo Stato per poi penetrarlo nelle sue articolazioni tanto da divenire un cancro istituzionale; mafiosi direttamente nello Stato.

E’ questa la politica di Cosa Nostra che passa anche attraverso il progetto di golpe con la nascita di liste autonomiste-separatiste per giungere, poi, al sorgere del partito di Forza Italia di cui una delle colonne, il sen. Dell’Utri, condannato in primo grado a 9 anni di reclusione per mafia. Servizi segreti deviati (Bruno Contrada docet) colludevano con Cosa Nostra; pezzi del ROS dei Carabinieri avrebbero iniziato una trattativa con la mafia; la politica pare sia stata coinvolta ad altissimi livelli istituzionali. La mafia con la stagione stragista ha dimostrato che poteva mettere in ginocchio il Paese manu militari. Dal 1993 ha dismesso la strategia militare ed ha iniziato a governare il Paese dall’interno delle Istituzioni.

Che cosa è avvenuto tra il “92 ed il “93? Come è possibile che il Generale Mori (ai vertici del ROS e del SISDE) – già imputato in vicende processuali per fatti di mafia attinenti l’omessa perquisizione del covo di Riina e la mancata cattura di Provenzano - possa oggi essere nominato consulente dal Presidente Formigoni quale esperto per le infiltrazioni della criminalità per l’Expo? Che cosa aveva scoperto Borsellino? Perché è stata sottratta l’agenda rossa? Perché Mancino (all’epoca Ministro dell’interno, poi Presidente del Senato e poi vicepresidente del CSM) non ricorda di aver incontrato Borsellino? Perché Violante (già Presidente della Commissione Antimafia e Presidente della Camera) solo oggi dice di aver saputo della trattativa, di Mori e di Ciancimino?

Con la trattativa con lo Stato, Cosa Nostra è penetrata nelle Istituzioni, ha consolidato il suo ruolo nell’economia, ha corroso le fondamenta della democrazia. Con gli anni si è istituzionalizzata. Non è più necessario ricorrere all’uso delle armi per eliminare i servitori dello Stato. La parte sana del Paese pretende che lo spiraglio diventi sole. La magistratura sia libera di lavorare in assoluta indipendenza. Il Paese è pronto per la verità e per un futuro migliore che si deve alle vittime delle mafie.

Luigi de Magistris (L'Unità, 15 agosto 2009)


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13.8.09

De Magistris: Cesio 131 nella discarica di Chiaiano?

Da Antimafia 2000:




10 agosto 2009
Roma.
La discarica voluta da Berlusconi a Chiaiano (NA) è un sito di stoccaggio per materiali tossici e per arricchire la camorra dei rifiuti?.
E' quanto chiede Luigi de Magistris, eurodeputato dell'Italia dei Valori che sul suo profilo Facebook racconta che qualche giorno fa le forze dell'ordine avevano "bloccato e sequestrato un camion con un carico di materiale tossico e forse radioattivo destinato ad essere sotterrato nella discarica di Chiaiano". "Si parla anche di Cesio 131 - aggiunge l'ex pm - ma spetta ora alla magistratura accertarlo. Si è tentato di tutto per nascondere la notizia. E' un diritto dei cittadini sapere. E questo sarà un mio preciso e doveroso impegno". "Il tentativo, fortunatamente sventato - prosegue - è l'ennesimo e spregiudicato episodio dell'uso criminale delle discariche da parte di delinquenti. Di rifiuti velenosi messi sottoterra in Campania e dei danni che essi hanno creato sono piene le cronache". "L'immondezzaio di Chiaiano - conclude De Magistris - fortemente voluto da Berlusconi e Bertolaso per seppellire i rifiuti, che loro sostengono di aver tolto dalle strade di Napoli, è l'ennesimo posto in cui ogni porcheria inquinante può essere abbandonata con grave danno per la salute dei cittadini e per l'ambiente".

ANSA

12.8.09

Tuttòlogi

Il ministro dell'Agricoltura Zaia intervistato da Klaus Davi:
"La Lega esorta la Rai a mandare in onda le fiction di grande ascolto in dialetto con i sottotitoli".

Programmi di stasera, 12 agosto:
RAI 1:
Cassi Toi


RAI 2:
Al pósto de Anoxero, dove i xe tuti teròni e comunisti, in esclusiva nela Nasion Veneta, se vardarà el telefilm Stagecoach (Ombre de rosso)


RAI 3:
Se vede mal.
Al so posto, la comèdia tuta da rìdare: El Leon magna el teròn.
A la fin, Corso de ronda (RAI Educational).


Rete 4:
Telefilm: Valter, el bùtel de la curva.


Canale 5:
Strissia la velina (Ghe sboro!)


Padania 1:
La Pantegana

Se tanto mi dà tanto, ora mi aspetto che qualche intellettuale della Padana Erezione ci dia la sua opinione su letame e quote latte. Tra i più attesi Renzo Bossi e, per par condicio geografica, l'opinionista Luca Giurato, Pippo Franco (nome d'arte di Franco Pippo), e Pippo Franco Zeffirelli.
Intanto, dal sito del Corriere online un lettore commenta la notizia così:
E la Messa in dialetto a quando?

8.8.09

Kinonia agapis

Un suggestivo brano di Caroline Gerber: Kinonia agapis.
Caroline Gerber: viola d'amore e voce
Philippe Loeuillet: daf

La voce viene come generata dagli accordi della viola d'amore, con un effetto quasi estatico.
Il testo è in greco;  è tratto dalla Bibbia (I lettera di Giovanni, 4:7-8; vangelo di Giovanni, 15:12-13) ed è un inno all'amore divino.

La versione in formato loseless flac (nella quale si apprezza la ricchezza degli armonici della viola d'amore) è scaricabile qui (35 Mb).
Altrimenti, la versione timbricamente meno affascinante in formato mp3 è qui (8 Mb).

Inoltre, un ampio testo di Caroline Gerber  a proposito di Kinonia Agapis è consultabile e scaricabile a questo link.

Qualora i link non dovessero funzionare, prego di avvertirmi lasciando un commento.

4.8.09

Cancrena!

Lo scorso 21 luglio, a Rovereto, ricca e colta cittadina in provincia di Trento, Stefano Frapporti, di 48 anni, viene fermato da due carabinieri in borghese perché era passato col rosso in bicicletta. I militi cominciano subito a strattonarlo e a picchiano davanti ad amici e conoscenti; lo trascinano in caserma e poi perquisiscono casa sua, dove trovano un etto di hashish. Lo arrestano immediatamente, senza permettergli – né in caserma né in carcere – di avvisare l’avvocato oppure qualche parente. La mattina dopo lo trovano impiccato in cella, al collo il cordino della tuta (che per regolamento non potrebbe avere con sé). Tutto in una notte.

Ancora un suicidio con cordini o lacci. Come per Niki Aprile Gatti

Qui si può leggere la toccante lettera che il padre di Stefano ha scritto al quotidiano l'Adige lo scorso I° agosto.

Resta il dolore, resta l'amarezza.
E poi, la rabbia.

Morti invano?
Ricordiamoci di Niki, Aldo Bianzino, Federico Aldrovandi, e ancora tante tante altre vittime anonime della ferocia di una sistema ingiusto, un sistema che ci vuole proni, annullati nella nostra personalità, passivi spettatori dei porci comodi di una classe politica corrotta e collusa con la criminalità organizzata. Anzi, ormai penetrata dalle mafie, al punto che non si può distinguere chiaramente tra politici e mafiosi, tra amministrazione della cosa pubblica e interessi mafiosi. Per esempio, chiedete pure a qualsiasi abitante di Casal di Principe chi sia Nicola Cosentino, stretto collaboratore in grande ascesa del premier Berlusconi...

Quali sono i valori fondamentali di questa società, quale modello offre alle le persone più giovani, a bambini e bambine?
Qual è questo alto modello etico, la cui trasgressione è costata la vita ad Aldo, Stefano, Federico?
La truffa, l'inciucio, la  sopraffazione, l'ingiustizia, la mancanza di umanità, la mancanza di rispetto, la violenza: ecco quello che questa società addita come ideale, ecco quello che questa classe oligarchica ci insegna, quello che tanti elettori ammirano nello stile spregiudicato e immorale del principe dei ladri che ci governa.
E allora, è questo, ORA, il momento di ribellarsi.
Fare quello che gli italiani avrebbero dovuto fare all'epoca del regime fascista: non ritirarsi in Aventini privati, non accettare passivamente l’alleanza con Hitler, le leggi razziali, lo sterminio di ebrei, rom, oppositori politici, omosessuali, la guerra… Insorgere, ribellarsi. In nome della propria coscienza.
Dobbiamo ribellarci ORA. DISOBBEDIRE ALLE LEGGI, aiutare gli stranieri, insegnare la libertà ai ragazzi e alle ragazze, spegnere la televisione, boicottare i prodotti commerciali, rifondare la nostra quotidianità in forma etica, intervenire, alzare la voce, opporci, opporci col nostro corpo a tutto quello che la nostra coscienza non può e non deve accettare.
Chi non scende in campo è responsabile per ogni Stefano Frapporti, per ogni neonato che verrà strappato alla madre “clandestina”, come vuole la nuova legge sulla sicurezza, per ogni straniero a cui non verrà rinnovato il permesso di soggiorno perché “non si è integrato”, ad ogni ragazza o ragazzo che sarà costretta/o a prostituirsi o rubare o spacciare perché senza permesso non potrà fare un lavoro “normale”…
"Per quanto voi vi sentiate assolti, siete per sempre coinvolti"

Update 5/8/09: segnalo un bel testo sul carcere dal blog della mamma di Niki.

2.8.09

El Diamante

Don Balthasar Jaime Martínez Compañón y Bajanda fu un religioso navarro del XVIII secolo che venne inviato come cantore presso la cattedrale di Lima, in Perù. Era un personaggio colto, curioso, interessato all'arte ed alle scienze, un illuminista.
Don Balthasar fu nominato vescovo dell'immensa provincia di Trujillo, a nord di Lima, ed egli pensò bene di farsi scortare nelle sue visite "pastorali" attraverso montagne e foreste ancora sconosciute agli europei da una squadra di disegnatori. Il risultato fu un'immensa mole di disegno di tutto ciò che al vescovo parve degno di nota: piante, animali, strumenti musicali, oggetti artistici delle civiltà precolombiane, piante di città... Riunito in 9 volumi, questo vero e proprio tesoro per le scienze naturali ed umane fu inviato al re di Spagna e si trova oggi nella biblioteca del Palazzo Reale.

Nel complesso di questo sguardo esaustivo sulla natura e la cultura del Perù dell'epoca, troviamo anche la trascrizione sommaria di alcuni brani musicali: canzoni e danze strumentali, che testimoniano la contaminazione tra la musica indigena e le forme colte e popolari della musica spagnola.

Eccovi alcuni brani nella versione di  Albalonga diretta da Aníbal Cetrangolo (PERU-EL DIAMANTE, OPUS111, OPS 30-265)


Cachua al Nascimiento de Christo Nuestro Señor.
Tonada en contracanto para bajo y tamboril para baylar cantando.
Si tratta dell'unica canzone sopravvissuta con testo in mochica, anche se con l'interpolazione di qualche parola spagnola; non si conosce il significato del testo.

Bayle del Chimó a violìn y bajo. Bayle de danzantes con pifano y tamboril se bailarà entre cuatro y ocho o más con espada en mano o pañuelos (fazzoletti), en forma de contradanza. 
Il chimo è una pasta di tabacco, che gli indigeni usavano masticare. Oggi la tradizione si ritrova ancora in Venezuela.
Tonada El Diamante.
"Infelici occhi miei, cessate di tormentarmi con il pianto, poiché i fiumi che ho versato sono gli specchi degli oltraggi che ho subìto"
Lanchas para bailar.
Cachua a voz y bajo al Nascimiento de Christo Nuestro Señor.
"Signori, poiché è Natale, lasciateci cantare e ballare come è d'uso nella nostra terra"

Sergio Leo, Antonio Dominighini, voci
Enrico Parizzi, violino
Albalonga, dir. Anibal Cetrangolo