21.1.11

Un paese di puttanelle e papponi

Care amiche, cari amici,

il titolo mi è venuto in mente mentre stavo piluccando tra le pagine del libro di P. P. Pasolini "Un paese di temporali e primule".

Povero Pasolini! I suoi ragazzi di vita, dalla camminata malandrina, quanto sono teneramente ingenui ai nostri occhi. Ma non possiamo ignorare che Pasolini fu acutamente profeta a proposito del cambiamento epocale della società italiana. L'aveva gridato forte, inascoltato e deriso, dalle colonne del Corriere e poi negli Scritti corsari, nelle Lettere luterane, in Teorema, in Petrolio, in tanti film o poesie...


I risultati del recente rapporto ISTAT:


Un giovane su 5 non studia e non lavora
l'Italia ha il primato negativo nella Ue

(da Repubblica)



Espulsione dall'università (1968)
L'analisi di Chiara Saraceno (ancora da Repubblica)

Fotografia di un paese scoraggiato


Ma i giovani? Quali prospettive ci sono per loro?
La disoccupazione? oppure la prostituzione, come appare da alcune intercettazioni telefoniche di personaggi legati al giro di ragazze delle feste di Arcore?




Pur non condividendo tutto, ho trovato interessante questa analisi:

Aiuto, i giovani sono «scomparsi»...

di Francesco Botturi (da Avvenire)

Da parte mia, faccio solo un ulteriore commento all'articolo. Qui si parla di indebolimento del paradigma dell’identità generativa, cioè della prospettiva futura nella nostra vita, a vantaggio di un paradigma di auto-conservazione (o eventualmente di auto-distruzione), mentre per me ciò che davvero è stato gettato nell'immondizia della nostra civiltà è il desiderio, il diritto a sognare, di osare chiedere tutto e subito.

Un danno culturale di dimensioni storiche.