23.2.11

Edonismo «tollerato»

di Fulvio Ferrario

da "Riforma" del 2/2/2011


«Che cosa dice, sugli italiani, la tolleranza nei confronti dell’edonismo di Silvio Berlusconi?»
A chiederselo è il sito del New York Times, nell’ambito di un dibattito dal titolo Decadenza e democrazia in Italia. A parte il termine «edonismo», piuttosto improprio, nella sua eleganza, per indicare una vicenda di lenocinio, la domanda non solo è pertinente, ma anche più interessante di quelle relative ai dettagli (spesso definiti «piccanti»: in realtà semplicemente disgustosi) del cosiddetto «Rubygate».
Accanto alle quotidiane menzogne, infatti, il presidente del Consiglio (e del Milan; e di molto altro) ripete una verità: che egli è stato regolarmente eletto e che, a quanto pare, una consistente componente dell’opinione pubblica ritiene che il suo comportamento non sia incompatibile con la carica che egli ricopre. Di più: negli ultimi sedici anni, sia dal governo, sia dall’opposizione, egli è stato l’indiscusso protagonista della vita politica del Paese, determinandola con una costanza e un’intensità probabilmente uniche nella storia della Repubblica. Le innumerevoli vicende giudiziarie nelle quali è stato coinvolto, gestite sia attraverso una copiosa produzione di leggi su misura, sia mediante un uso disinvolto del proprio potere mediatico, non sono state ritenute, dai nostri concittadini, motivo sufficiente per revocargli la fiducia. Anzi, gli analisti concordano nell’affermare che il suo personale fascino (sono riluttante a utilizzare il termine, dopotutto biblico, di «carisma») è stato decisivo anche per la vittoria di esponenti locali del suo schieramento, trascinati dall’«effetto Silvio».
Il punto non è tanto l’«edonismo» né, per paradossale che appaia l’osservazione, il «solo» lenocinio, qualora fosse provato. Tutta l’epopea berlusconiana è attraversata da scandali, malversazioni, conflitti istituzionali di ogni specie, amicizie nazionali e internazionali imbarazzanti, compravendita di deputati, spettacolari gaffe diplomatiche e dichiarazioni catastrofiche, evidentemente dovute al supremo disprezzo di ogni norma e consuetudine di correttezza, non solo politica. Alcuni che oggi criticano, anche aspramente, questo «stile» lo hanno reso possibile, a esempio votando per quasi tre lustri le leggi ad personam. E, appunto, il popolo sovrano lo ha avallato con il voto e con la rinuncia all’indignazione. È chiaro che esiste anche un’Italia che si ribella, ma lo è altrettanto la sterilità di questa reazione, a fronte di una maggioranza di italiani che ciondola tra indifferenza, ammiccamento e vera e propria approvazione.
Singolare anche l’atteggiamento di esponenti di rilievo della gerarchia cattolica. Dopo essersi compiaciuti della difesa dei «valori cristiani» (cioè: lotta dura senza paura al testamento biologico, alle unioni diverse dal matrimonio, alla procreazione assistita, difesa del crocifisso nei luoghi pubblici, ruolizzazione dei professori di religione, promozione della scuola privata mentre si fa a pezzi quella pubblica, ecc. ecc.) da parte di chi governa il Paese, essi si inquietano ora per «notizie che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro»; subito dopo, però, notano che «qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti di indagine» (così il card. Bagnasco): insomma, Berlusconi è un birbantello, ma anche questi giudici potrebbero occuparsi d’altro. Che cosa unisce la «difesa dei valori cristiani» alla pseudodemocrazia da lupanare? Uno slogan come «meglio donnaiolo che gay»? O la conversione della «nipote di Mubarak» (impagabile, anche questa trovata!) dall’islam al cattolicesimo? [*]
In questo clima, l’Italia celebra i centocinquant’anni della propria unità. Sembra che il lavoro necessario per «fare gli italiani» sia ancora parecchio.
(...)
[*] Il 27 gennaio scorso, a pochi giorni dall'esplosione nei giornali del "caso Ruby", nel l'ultima versione del testo sul federalismo fiscale presentata dal min. Calderoli alla Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale, magicamente appare una novità: l'IMU (il sostituto dell'ICI) non si applicherà agli immobili del Vaticano e a scuole, ospedali, alberghi e oratori legati alla Chiesa Cattolica. Fonte: Casa & Clima. (nota della Cometa)
Per approfondire, si veda:
Vaticano, ma quanto ci costi?
 

13.2.11

Se non ora quando: io non ci sarò

Dopo sofferta riflessione ho deciso che io non ci sarò. Perché?

Cercherò di esprimerlo chiosando il Vademecum che ho preso dal sito della manifestazione di Verona: Se non ora quando donne Verona.

La manifestazione non è fatta per giudicare altre donne, contro altre donne, o per dividere le donne in buone e cattive. (...)
La manifestazione è fatta per esprimere la nostra forza e la nostra determinazione.
Siamo donne fiere e orgogliose. Chiediamo dignità e rispetto per noi e per tutte. 
Siamo gelose della nostra autonomia e non ci lasceremo “usare”. Per questo non ci devono essere simboli politici o sindacali nei nostri cortei: vogliamo che sia anche rispettata la nostra “trasversalità”.
Che cosa significa? Che le donne sono portatrici di valori "in quanto donne", a prescindere dalle convinzioni personali, dall'azione, dalla testimonianza che offrono? (tanto che esprimendo la trasversalità si reprime di fatto la singolarità)

Significa forse che la Minetti, o la Gelmini, o la Moratti, o per i veronesi la Perbellini, sono portatrici di valori di umanità?
Che lo fossero Golda Meir, la Thatcher, Maria la Sanguinaria?


E se l'umanità, affetta da una dialettica (quando non da un vero e proprio conflitto) tra bene e male, trova valori positivi per principio nelle donne, vuol dire allora che i disvalori vengono altrettanto per principio dall'elemento maschile?


Significa che la donna che ha educato al bieco maschilismo persone come il premier Berlusconi ed i suoi accoliti, ha trasmesso valori positivi? Che quella che spinge la figlia tra le braccia di un vecchio e conta il compenso è portatrice della dignità femminile?


Scopro oggi con costernazione, in questa chiamata alle donne, che la cultura di genere, che mi ha sempre interessato moltissimo (penso alle opere della Muraro, della Irigaray...) ha prodotto mostri. O meglio: ha prodotto un pensiero del tutto speculare e simmetrico al maschilismo.


Il femminismo, invece di creare una consapevolezza, per cui la donna che torna la sera sera a casa stanca dal lavoro dica al compagno: "se vuoi mangiare, se vuoi il cesso pulito, le camicie stirate, te lo fai da te!", ha suscitato il pensiero contrario: seppure trasmette ai figli un modello sociale del tutto maschilista e diseguale, seppure manda la figlia a prostituirsi, seppure sostiene una società dove la dignità non è garantita, la donna è giustificata "in quanto donna".

Per me, il senso di questo messaggio è aberrante.



Ci sarei andato solo per fare numero.
Ma che validità ha il fatto di partecipare per contarsi
Bisognerebbe mettere dei contenuti politici, in questa conta. Oggi ci contiamo, ma domani? Quando il popolo viola,o rosa, o lilla dovesse vincere le elezioni?



6.2.11

Sito non raggiungibile

La delibera Agcom 668/2010 pone in consultazione un testo che mira ad introdurre un meccanismo che le consentirà di inibire completamente l’accessibilità ai siti posti fuori dal territorio italiano e di rimuovere contenuti sospettati di violare il diritto d’autore in modo automatico e prescindendo da qualsiasi requisito di colpevolezza accertato dell’Autorità giudiziaria.
Nel concreto, l’azione dell’autorità in caso di contenuto in sospetta violazione del diritto d’autore trovato su un sito (anche se sito privato o blog senza fini di lucro, superando di fatto le limitazioni operate dall’art. 2, comma 1 del decreto Romani) si articola in quattro fasi:
  • segnalazione con richiesta di rimozione al gestore del sito o al fornitore del servizio di media audiovisivo da parte del titolare del diritto;
  • 48 ore di tempo per la rimozione dei contenuti sospetti;
  • verifica della situazione con un breve contraddittorio tra le parti;
  • infine provvedimento inibitorio “qualora risulti l’illegittima pubblicazione di contenuti protetti da copyright”.
In pratica, si può arrivare rapidamente all’oscuramento di un sito senza l’intervento di un magistrato, ma con il semplice intervento dell’AGCOM. Con questo sistema, un sito può essere bloccato semplicemente in base a una segnalazione. Non occorre che l’autorità giudiziaria accerti il reato. La magistratura viene completamente bypassata.

Questo provvedimento è posto in consultazione pubblica fino al 3 Marzo, ovvero chiunque può esprimere il proprio parere, peraltro non vincolante.
Per costituire un cospicuo gruppo di pressione, varie associazioni fra cui Adiconsum, Agorà Digitale, AltroConsumo hanno creato il sito
in cui si può aderire a una petizione contro la suddetta delibera.



2.2.11

Un altro revisionismo

Una lettera dall'ANED di Verona.

Apprendiamo con tristezza, stupore e disappunto dalla stampa locale che l’ "Associazione Figli della Shoah" si sarebbe permessa di rimuovere dal vagone piombato esposto in occasione del giorno della Memoria in Piazza Bra uno dei cartelli affissi non già, come erroneamente riportato, da "alcune persone", ma dalla sezione veronese dell’ANED (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti), Ente morale che rappresenta tutti i deportati, di qualsiasi provenienza e per qualsiasi motivo, fondato fin dal 1946 e i cui aderenti sono i sopravvissuti allo sterminio nazista e i familiari dei caduti nei Lager.
Tale cartello, riporta campo per campo i dati relativi a tutti i deportati italiani, il numero dei sopravvissuti alla data della liberazione e dei viventi nel 2010 pubblicati dalla Fondazione Memoria della Deportazione a partire dagli studi ormai cinquantennali di Italo Tibaldi, sui trasporti, e Bruno Vasari.
Lascia stupiti quanto avrebbe affermato il neopresidente veronese dei "Figli della Shoa" circa il fatto che tali dati non sarebbero verificati, tanto più che solo pochi giorni fa (martedì 18 gennaio 2011) presso l’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, per chi avesse avuto voglia di conoscere, Brunello Mantelli (professore presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e docente della Scuola Superiore di Studi Storici dell’Università di Torino, già visiting professor presso l’Università di Potsdam, presso la Ludwig-Maximilian Universität di Monaco di Baviera e Mercator-Professor presso la Christian-Albrechts-Universität di Kiel, membro del comitato scientifico della Fondazione “Memoria della Deportazione”, di Milano e del comitato di consulenza del Museo della Deportazione di Prato), ha presentato IL LIBRO DEI DEPORTATI (diretto da Brunello Mantelli e Nicola Tranfaglia, Editore Mursia, Milano), monumentale opera in 4 volumi, di ricostruzione della deportazione dall’Italia nei campi di sterminio nazisti, risultato della ricerca promossa dall’Aned, sviluppata nell’ambito del Dipartimento di Storia dell’Università di Torino e finanziata dalla Compagnia di San Paolo, con l’obiettivo di costruire un atlante biografico dei 37.000 deportati dall’Italia e delle loro vicissitudini nell’universo concentrazionario nazista, da cui i dati esposti sono tratti.

L’ANED, che “considera suo dovere far conoscere la storia della deportazione soprattutto ai giovani, ai quali è affidata la difesa della libertà e della democrazia" (Statuto) ha scelto di esporre questi cartelli che riguardano tutta la deportazione per colmare un vuoto e rispondere al dettato della legge istitutiva del Giorno della Memoria (legge 20 luglio 2000 n. 211) che, doverosamente, oltre a ... "ricordare la Shoa (sterminio del popolo ebraico)" intende ricordare "le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigione, la morte, nonché coloro che...si sono opposti al progetto di sterminio ..." (art. 1) e prevede iniziative "su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici ..." (art.2). Commemorazioni, cerimonie e incontri privati promossi dalle singole istituzioni possono limitarsi a memorie parziali, ma la commemorazione Ufficiale deve per forza rispondere a tutto il dettato legislativo.
E’ lo stesso obbiettivo che ci ha spinto a candidare come oratore ufficiale per la Giornata della Memoria 2011 l’indiscussa autorevolezza del Sen. Avv. Gianfranco Maris, Presidente Nazionale ANED, deportato politico a Mauthausen, che ha offerto alla città di Verona una lezione di Storia, di Verità e di Giustizia.
«Nella società dell'oblio la memoria è conquista» è stata la sua frase con la quale sprona a commemorare tutte le vittime del nazismo e del fascismo: 11 milioni di persone uccise nei campi di sterminio perché ebrei, zingari, omosessuali, Testimoni di Geova, comunisti, anarchici, oppositori, malati di mente, resistenti, handicappati, renitenti alla leva, disertori… che, pure, hanno il diritto di essere nominati e ricordati.
Non certo per fare una graduatoria tra gli orrori, ma per non dimenticare che ogni discriminazione nei diritti è il primo passo verso l'Orrore.
Per questo aspettiamo che il cartello ritorni al suo posto, perché, come ha detto ancora il sen. Maris nell’orazione ufficiale «Solo la conoscenza di ciò che è successo ieri ci dà la possibilità di scegliere oggi tra giusto e sbagliato».

Per l’ANED di Verona

Il Presidente Gino Spiazzi
La Vice-Presidente Tiziana Valpiana